L'Italia in Afghanistan


Nel silenzio complice di tutte le forze di governo, in queste settimane si sono susseguiti cruenti scontri armati che hanno visto partecipare direttamente, dal cielo e da terra, le truppe italiane presenti in Afghanistan. Basta leggere la “voce del padrone”, cioè Il Sole24ore. 6.11.07 pag.7 Il giornalista Gianandrea Gaiani, in un articolo dal titolo “Le forze alleate perdono terreno”, rivela che “nella provincia occidentale di Farah, una delle quattro poste sotto il comando italiano di Herat…Le forze speciali e gli elicotteri da combattimento Mangusta verrebbero impiegati intensamente per contrastare i talebani, ma finora non sarebbe stata lanciata in battaglia la forza di intervento rapido italo – spagnola” Quattro giorni dopo, il cosiddetto “intervento rapido” è stato lanciato. Sempre Gianandrea Gaiani, il 10.11.07 a pag 10 del Sole24Ore nell’articolo dal titolo “Offensiva NATO in Afghanistan”, ci dice che “…le truppe afgane ed italiane hanno ripreso il controllo del distretto di Gulistan…uccidendo una ventina di talebani. Il contrattacco ( è stato) guidato dal comando NATO di Herat, retto dal generale Fausto Macor….I combattimenti a Gulistan sono durati diversi giorni coinvolgendo gli elicotteri da combattimento Mangusta e le forze speciali della Task force 45, ma secondo indiscrezioni sarebbero stati risolti con l’arrivo da Herat dei mezzi corazzati Dardo dei bersaglieri….indiscrezioni riferiscono di scontri di retroguardia tra le forze alleate e i talebani…” Di fronte a queste notizie, sicuramente inserite nelle rassegne stampa di tutti i componenti il Parlamento, le recenti interrogazioni parlamentari di alcuni deputati della cosiddetta “sinistra radicale” sul ruolo dei militari italiani in Afghanistan, ci fanno fortemente sospettare un cinico gioco delle parti. Il nostro paese è in guerra e la Legge Finanziaria 2008, in difficoltà solo per i giochi di potere di Dini e Mastella, rafforza lo stato di belligeranza dell’Italia in tutti i fronti sui quali i militi di ventura tricolori sono stati dispiegati. L’uso massiccio delle “armi di distrazione di massa” è direttamente proporzionale alla gravità delle scelte fatte. Quale spazio si meritano coloro i quali votano queste scelte? Certo non nelle piazze del movimento contro la guerra.